
La fibromialgia è una malattia reumatica cronica caratterizzata da dolore diffuso nei muscoli, nelle ossa e nei tendini a causa di un’accentuata tensione muscolare. Altri sintomi sono astenia (spossatezza e stato di stanchezza generale), disturbi del sonno, alterazione della sensibilità, possibile ansia e depressione.
Tali disturbi sono soggettivi, in quanto non possono essere determinati o misurati da alcun test. Non si conoscono ancora le cause di questa patologia, che non di rado non viene diagnosticata correttamente. L’assenza di evidenze, soprattutto in passato, ha portato alcuni medici a dubitare dell’esistenza stessa della fibromialgia, condizione che causa frustrazione e depressione nei pazienti che non riescono a “dimostrare” la propria sofferenza.
Spesso viene confusa con la depressione – con la quale condivide alcuni sintomi – mentre si tratta di una patologia differente di natura cronica riconosciuta come tale dal Ministero della Salute soltanto da poco e ancora in attesa di essere inserita nei Lea (Livelli essenziali di assistenza). Un aspetto positivo è dato dal fatto che si tratta di una malattia cronica ma non degenerativa.
Soluzioni definitive e risolutive non ci sono perché non è stata individuata una cura ma si possono alleviare i sintomi attraverso l’attività fisica, l’alimentazione e le terapie complementari. Anche la psicoterapia, che favorisce l’analisi dell’emotività in correlazione a traumi, conflitti e problemi di relazione, è uno strumento importante in grado di consentire ai pazienti di avere una buona qualità della vita.
Diversi studi scientifici dimostrano che sei mesi dopo la fine dei trattamenti i pazienti sono stati valutati per la gravità e l’estensione del dolore e coloro che hanno sperimentato che la psicoterapia (soprattutto alcuni protocolli specifici per la fibromialgia) hanno ottenuto i risultati più apprezzabili: riduzione della sofferenza diffusa, del danno fisico, dei problemi di attenzione e concentrazione, dell’ansia e della depressione.
Questo studi dimostrano pertanto che i conflitti interni possono essere alla base di alcuni sintomi fisici e che per i pazienti potrebbe rivelarsi più utile imparare a risolvere e superare i problemi emotivi piuttosto che limitarsi a gestire la malattia. Nella mia esperienza clinica il trattamento psicoterapeutico di tale malattia ha portato a miglioramenti significativi e a una significativa riduzione del dolore per intensità e frequenza.
Dott. Gianfranco Geraci