Discriminato perché bisessuale

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La storia di Marcello, un ragazzo di 24 anni di Lecce che ha scritto una mail alla Gay Help Line.

 

Gentile Dott. Geraci,

Le scrivo dopo che ieri mi sono trovato nell’ennesima discussione, che finisce sempre per farmi arrabbiare e intristire.

Mi sono proprio stufato della superficialità dei miei amici etero, che prima dicono di rispettare il fatto che sono bisessuale (ho avuto in questi anni storie più o meno lunghe con ragazze e ragazzi) e poi mi fanno intuire, nelle loro battute, che mi considerano come una specie di libertino (che va un po’ di moda) o come un tipo con dei problemi e immaturo, mai comunque come uno normale, con i sentimenti, le delusioni e le confusioni di tutti loro.

Non parliamo poi dei miei amici gay e lesbiche dai quali mi aspetterei, conoscendo molte loro storie, maggiore rispetto. Con loro la discussione dura un attimo perché, qualunque argomento tiri fuori, capisco subito dai loro occhi o dai loro sorrisi ironici quello che pensano senza il minimo dubbio: la bisessualità, per loro, è una finzione e chi si crede tale o è un omosessuale represso o, peggio, un codardo, perciò condannabile visto che loro hanno dovuto affrontare le pene dell’inferno per vivere più o meno alla luce del sole. Eppure per me è importante capirci qualcosa. Cosa può dirmi?

 

Caro Marcello,

Il concetto di bisessualità, sebbene antichissimo, non è mai stato sufficientemente sistematizzato. Alcuni pensatori credono che i bisessuali si rifugino nelle storie gay per non affrontare alcuni aspetti problematici o componenti ansiogene della loro sessualità. Essi sarebbero in conflitto con il loro orientamento sessuale di base che rimarrebbe eterosessuale.

Al contrario, altri ipotizzano che i bisessuali siano omosessuali che inibiscono la loro vera natura a causa di conflitti emotivi e ambientali. Solo la risoluzione di tali conflitti porterebbero costoro verso la libera espressione della loro “costituzionale” omosessualità.

Queste teorie sono forse l’equivalente scientifico del pensiero comune al quale lei si sente sottoposto senza appello.

Dal mio punto di vista, se una persona si definisce bisessuale va rispettata, per cui diremo che essa ha quest’identità. Questo però è soltanto il primo passo verso la comprensione di cosa la definizione indichi della vita affettiva e relazionale di quella persona. Non vi saranno mai due bisessuali uguali nelle loro vicissitudini affettive ed erotiche, cosi come mai avremo due identici eterosessuali o omosessuali.

La bisessualità può riferirsi alla componente sessuale (avere rapporti gratificanti con persone di entrambi i sessi), affettiva (fare fantasie e muovere sentimenti verso uomini e donne), o senso di sé (immaginarsi in relazioni significative sia con uomini che con donne). La combinazione di tali aspetti crea un’identità che per alcuni è provvisoria e per altri costante.

È ragionevole credere che l’atteggiamento negativo verso la bisessualità da parte di persone eterosessuali e omosessuali sia il residuo di un travagliato processo di orientamento sessuale. Per darsi una piena identità eterosessuale alcuni individui hanno dovuto scindere ed allontanare i propri impulsi omosessuali. Analogamente, l’identità omosessuale, in alcuni casi, è stata raggiunta al prezzo della repressione degli impulsi eterosessuali.

È sempre difficile entrare in contatto con le proprie parti scisse o represse e per taluni è impossibile stabilire con esse alcun legame. Da ciò derivano l’incredulità e lo scherno verso la bisessualità altrui di cui lei è spesso vittima.

Eppure esistono identità sessuali che procedono per integrazione più che per esclusione e la bisessualità potrebbe essere una di queste. Sopratutto esistono personalità capaci di funzionare attraverso le proprie molteplici sfumature. In queste persone, l’accento messo sulle espressioni della propria identità del tipo “io sono” etero, gay, o bisex, è meno forte.

L’amore, in tal senso, è un aspetto della maturazione psichica ed emotiva di una persona e tale maturazione è visibile dalla qualità della relazione e non dal sesso dell’individuo con il quale si ha una relazione.

Essere pienamente bisessuali vuol dire essere in grado di provare l’esperienza dell’amore con persone di entrambi i sessi. Non significa, al contrario, non amare né l’uno né l’altro.

Dunque non è importante chi lei ama ma come ama e qual è la qualità del suo amare. Osservi questo, s’interroghi su questo, lavori su questo ma, prima di tutto, ami.

Conceda amore ed erotismo alla sua vita e lasci ai suoi amici l’arido territorio delle definizioni.

Sito ufficiale del Gay Center

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